La matrice di rigidezza del setto viene ottenuta per sottostrutturazione utilizzando come elementi base 4 elementi lastra-piastra a 4 nodi. Similmente a quanto detto per l'elemento a 4 nodi in regime flessionale, la matrice di rigidezza del setto è ottenuta sub-assemblando 4 elementi a 4 nodi e condensando, successivamente, i gradi di libertà non appartenenti ai nodi posti sui vertici. La matrice di rigidezza che ne consegue conserva le proprietà dell'elemento base che la compone (buona convergenza in regime lastra-piastra e copertura efficace della rotazione normale al piano del setto) e può essere ragionevolmente impiegata per modellare i setti da predisporre nelle normali costruzioni. Non soffre di limitazioni relativamente alla possibilità di essere inserito in qualunque sottoinsieme strutturale (non necessariamente fra solai) ma il suo campo di impiego è bene sia limitato a rapporti massimi fra i lati compresi fra 0.5 < B/H < 2. La numerazione nodale risulta essere come da figura. La terna di riferimento locale è così costruita:
Fig. 1 Assi locali dell'elemento equivalente.
Nonostante per ogni nodo del setto siano note le 6 componenti di sollecitazione, in fase di output le azioni nel setto vengono designate nel modo seguente:
Fig. 2 Convenzioni sui segni.
In fase di stampa vengono tuttavia riportati, per completezza, i valori delle 6 componenti di sollecitazione nodale in tutti e 4 i nodi di estremità.