Elemento plinto

Matrice di rigidezza del Plinto

L'elemento plinto viene schematizzato per mezzo della matrice 3 x 3 relativa alle componenti traslazionali in direzione Z globale (parallelo all'asse locale 3) e flessionali attorno agli assi locali 1 ed 2.

Supponendo il sistema locale paralleo a quello globale, chiamando A l'area di impronta sul terreno del plinto e Jx e Jy i due momenti d'inerzia di tale area rispetto agli assi x ed y, la matrice di rigidezza del plinto viene così espressa:

Uz Rx Ry
Kzz 0 0
0 Kxx 0
0 0 Kyy

Kzz = Kter. * A

Kxx = Kter. * Jy

Kyy = Kter. * Jx

In funzione dei gradi di libertà rimasti attivi, è necessario vincolare il nodo del plinto alla traslazione nel piano X-Y globale e alla rotazione attorno all'asse Z globale.

L'ipotesi di suolo alla Winkler, costituendo per sua natura un vincolo traslazionale bilatero per il plinto, cade in difetto qualora svolto il calcolo si individuassero sul terreno zone soggette a trazione.

Convenzioni Segni Sollecitazioni

La terna di riferimento sia locale che globale è destrorsa e pertanto si hanno le seguenti convenzioni sui segni delle sollecitazioni di estremità:

Sforzo Normale

N
Negativo se di compressione per il terreno.

Momenti Flettenti

Mx
Positivo se l'asse vettore è concorde con l'asse X globale.
My
Positivo se l'asse vettore è concorde con l'asse Y globale.